Comprate due rotoli di pastasfoglia, preferibilmente tonda, e preferibilmente pensando “intanto la prendo, poi sempre trovo il modo di utilizzarla”. Dimenticate di utilizzarla seguendo la ricetta “torta dolce” che si trova sempre sulla confezione e ascoltate me, conservatela. Adesso, che non sapete cosa portarvi da mangiare in ufficio domani, è arrivato il suo momento.
Se è sugelata scongelatela, se è di quella fresca lasciatela stare così com’è.
Prendete 8/10 cubotti di spinaci surgelati e cuoceteli per qualche minuto, finchè l’acqua non sarà diventata verde e le foglie avranno assunto quell’aspetto tipo alga, decisamente più naturale del cubotto. Fate bollire le immancabili 2/3 uova.
Spinaci scolati e strizzati + formaggio tagliato a dadini + uova a pezzi = riempimento.
Pastasfoglia bucherellata con la forchetta = base e copertura (per gli uomini: leggermente bucherellata con la forchetta, non crivellata di colpi).
Mettete quindi in quest’ordine (pastasfoglia-riempimento-pastasfoglia) tutto in una teglia tonda, cuocete nel forno secondo le iscrizioni che trovate sul cartoncino della pastasfoglia e avrete fatto la vostra torta salata leggera-ma-nutriente (e vegetariana).

State pensando: potevamo farlo anche da soli… Eh già, avete ragione! Ma è proprio questo il bello di questa rubrica: starvi vicini in pausa pranzo con amene inutilità! Buona mangiata!

Nuovi bilanci, nuovi numeri, nuove strade.13/20… Eh si, la superstizione è una scienza esatta, proprio il 13 è stato il mio numero fortunato!
Rapidissimo (lo ricordate…? In due giorni invio-colloquio-richiamo) ha sbaragliato tutti e mi ha portato un bellissimo lavoro, project management nel settore culturale!
Come se la primavera mi fosse esplosa dentro, ho una carica di energia e di entusiasmo che metà basterebbe per organizzare la biennale di Venezia!
Ho ancora quella forza che ti serve quando dici ‘si comincia’, come suggerisce il buon emiliano…
La domanda ovviamente adesso è: e ora? Cosa raccontare? Chiudere o continuare?
Rispondendo al sondaggio proposto, l’80% di voi lettori mi ha chiesto di continuare raccontando le mie avventure sul posto di lavoro (per poter ridere delle mie comiche quotidiane!), altri di continuare ad inviare curriculum, altri di cambiare argomento, una persona ha chiesto di chiudere…
Raccontare il percorso delle mie emozioni, iniziato inviando i cv e adesso riversato nel sorriso largo e sgangherato (per chi non lo sapesse, non ho due denti messi uno in fila con l’altro, sono 32 e ognuno fa stato a sè…) con cui ogni mattina saluto i nuovi colleghi è a sua volta un’emozione troppo positiva, allegra e liberatoria per lasciarla finire… E le parole poche e timide di chi – amici, conoscenti e sconosciuti – mi trasmette ogni giorno solidarietà e comprensione, gli stessi sentimenti che dice di ritrovare nei miei racconti, sono parole troppo forti per decidere di privarmene…
Più di 3.200 contatti in 2 mesi e mezzo… Una media di 50 persone al giorno che si collegano al blog per leggere le novità, commentare, rileggere vecchi post… Una comunità affettuosa, che gira intorno a parole che non sono più mie ma di tutti quelli che le leggono e ricevono, non merita il silenzio…
E così si continua….
Da quando esiste 104curriculum ho iniziato a conoscere un mondo nuovo per me, quello dei blog.
Ne esistono milioni al mondo, centinaia di migliaia solo in Italia. Ci sono blog importanti, di giornalisti e opinionisti seguiti più dei giornali, capaci di influenzare pure le scelte della Casa Bianca. Ci sono blog di moda, di cucina, sugli animali e sulla mia adorata Inter… Blog personali, curatissimi e aggiornati al minuto, e blog trascurati, diari aperti e mai più riscritti o riletti…
Ho letto da qualche parte che chi apre un blog personale con un progetto troppo preciso e razionale in media dopo un paio di mesi lo chiude, e che chi lo avvia in un momeno di forte spinta emotiva solitamente smette di scrivere già dopo pochi giorni.
104curriculum non è nè l’uno nè l’altro (anche in questo ribalto le regole e le personalizzo!), è un blog con un progetto ben preciso, ma scritto soprattutto col cuore e il cuore, si sa, ha spinte, percorsi, immotivazioni, sorrisi e sacchi pieni e vuoti tutti suoi, io non posso che continuare…

E poi, ragazzi, lasciatemi sognare di poter un giorno volare accreditata sull’Air Force One con Obama!

Mettere a bollire il riso, scolarlo e bloccare la cottura con acqua fredda? Aprire un barattolo di condimento per insalata di riso e versarlo col il riso in una ciotola? Aprire due scatolette di tonno e versare anche quelle?
Chi non saprebbe farlo? E aggiungere l’indomani mattina del pomodoro fresco tagliato a pezzettini, che da gusto, freschezza e leggerezza?
Chi non saprebbe farlo…? Chi non saprebbe farlo, non è adatto a questa rubrica! In 20 minuti avete risolto il problema pranzo di lavoro!
Questo è importante!
Il Curriculum n. 20 se n’è andato verso un’agenzia di organizzazione eventi… Di convegni ne ho seguiti tanti, vediamo se li convinco!
20: data di nascita del blog, cifra tonda… A breve seguirà bilancio del secondo mese di vita del blog e… una grande novità.
A presto!
Al Curriculum n. 19, più che un invio, è toccato un aggiornamento… Storia che parte da lontano.
Diversi mesi fa, quando il blog non era neanche un’idea, pur impegnata in un lavoro, avevo la sensazione che sarebbe arrivato di lì a poco un momento di crollo professionale, come se avessi saputo che non avrei più potuto lavorare per mesi.
Mi sono attivata, dunque, molto più di quanto non stia facendo adesso, ma con un metodo molto più scarso, che consisteva rispondere a quasi tutte le offerte di lavoro che trovavo.
Ovviamente la prima conseguenza fu di essere seppellita da una valanga di “il suo profilo professionale non corrisponde a quello da noi ricercato” (e come dar torto, a ‘sti poveri selezionatori…?).
La seconda conseguenza, ancora in atto, fu di vivere quotidiani ricontatti via mail e pubblicità di iniziative da parte di soggetti di cui mi interessava veramente poco… Un destinatario mezzo sensato, però, l’avevo trovato… Ed è tornato!
Avevo mandato il cv ad una società di “travel planner”, organizzatori di viaggio tipo tour operator, ma meno seriale. In pratica avrei dovuto organizzare viaggi lontani dalle solite visite guidate consigliate e pianificate dai grandi operatori, ma più personalizzati, con tappe in locali non turistici, visite a monumenti insoliti, ecc… Mi ricordo che mentre inviavo il cv pensavo a tutti gli angoli suggestivi e sconosciuti di Barcelona dove avrei portato i bencapitati turisti!
Allora accadde che non riuscimmo a metterci d’accordo per il colloquio (dovevo arrivare a Napoli), io trovai altro da fare e la cosa finì lì.
Fino a stamattina, quando mi è arrivata una mail dallo staff della società in questione che mi chiede di inviare un aggiornamento del cv e di fissare un colloquio.
Ora in realtà mi sento lontana da quel lavoro, però per un attimo la tentazione c’è, come saltare su un tappeto volante e girare il mondo!
E così… Carta e penna, aggiornamenti fatti ed è partito il Curriculum n. 19! 
Basta mettere a bollire patate e uova, lasciare raffreddare e domani mattina tagliare a pezzi e condire con sale e olio (e aceto, a chi piace).
L’unico elemento di complessità di una bella insalata di patate e uova (leggera-ma-nutriente) è legato essenzialmente a tre fattori:
1) La vostra fame atavica media e il picco che raggiunge dopo un paio d’ore di esaurimento lavorativo;
2) Quel vestito troppo desiderato dentro al quale dovete necessariamente stare prima dell’arrivo di giugno;
3) La presenza o meno, sul vostro posto di lavoro, di un “Assaggiatore Professionista”.
L’Assaggiatore Professionista è colui con il quale si svolge di solito il seguente dialogo:
TU: ne vuoi?
AP: no, grazie (nelle varianti “no grazie, sono a dieta” e “no grazie” con sorrisetto languido).
TU: neanche un assaggio?
AP: no, nooo…
TU: eddai, assaggia!
AP: e va bene va, assaggio!
Appena il tempo di porgergli la forchetta e lui/lei si è già calato tutto!
Secondo le statistiche in Italia ci sarebbe almeno un Assaggiatore Professionista ogni due abitanti…
Dunque, se lavorate in una qualunque sede da Aosta ad Agrigento e avete tanta fame, mettete a bollire almeno 8 patate grandi e 3 uova.
Se, invece, mirate al vestito… Mangiatevi una bella lattughina cruda e vedrete che l’AP non vi degnerà di uno sguardo!
Scrivere una lettera di presentazione per comunicare a dei comunicatori che vorresti collaborare con loro nelle attività di comunicazione.
Risposta dei comunicatori, che ti comunicano di essere interessati al cv e, per correttezza nei processi comunicativi, ti chiedono quando possono chiamarti.
Telefonata del comunicatore dei comunicatori. Chiama da un cellulare in una zona con scarso campo, quindi la telefonata si spezzetta in tre richiamate che cominciano a farmi innervosire, cosa peraltro facilissima…
La telefonata del comunicatore dei comunicatori in totale dura quasi 40 minuti, la sintesi: ci teniamo a conoscerla, appuntamento settimana prossima.
40 minuti per dirmi “ci vediamo settimana prossima”, più il tempo della prima telefonata più lo scambio di mail.
Ora io mio domando: siamo o non siamo nell’era della comunicazione? Siamo o non siamo la società della comunicazione? Ma soprattutto, siete o non siete dei comunicatori!?
A chi sarà arrivato, questo Curriculum n. 18…!? Mah!
Bando alla scaramanzia, mi porterà bene!
Un bel cv fresco fresco inviato ad una fondazione culturale attiva particolarmente nel campo dell’arte contemporanea, settore in cui realizza progetti davvero interessanti.
Peraltro si tratta di una fondazione “blasonata”, elegante, di tendenza… No, non mi dispiacerebbe proprio finire lì!
Passare le giornate fra progetti culturali, artisti e artistoidi, vernissage e aperitivi… No, non mi dispiacerebbe proprio finire lì!
Certo io di arte contemporanea non ne capisco granchè, anzi non ne capisco proprio… Ore a scrivere testi per rendere interessanti tele enigmatiche, sculture senza forma, musiche inascoltabili… No, non mi dispiacerebbe proprio finire lì….!?
Carta e penna amici, chè si cucina!
Preavviso: man mano che mettete gli ingredienti assaggiate, perchè non ho dosaggi!

Mettete in una ciotola un po’ di carne macinata (ad occhio, in base a quanto mangiate!), salate (ad occhio, in base a quanto portate la pressione!), sbatteteci dentro uovo, prezzemolo e 1/4 di spicchio di aglio tritati finemente (a tritare molto finemente ci riescono meglio le donne, ndr.), pangrattato e parmigiano grattugiato (ad occhio, a seconda del sapore che volete dare). Mescolate ben bene per amalgamare e aggiungete un po’ di latte.
Friggete e posatele su un piatto con un foglio di carta da cucina. Tenetele lì 10 minuti, poi toglietele e conservatele da qualche parte al sicuro da gatti o altro genere di coinquilini affamati.
Domani in pausa pranzo potrete mangiarle sia fredde che riscaldate un minuto nel microonde.
Consiglio 1: fate un impasto morbido, non denso e massoso, perchè altrimenti da stasera a domani ora di pranzo diventano pietre adatte ad alzare muretti a secco… La morbidezza dell’impasto è direttamente proporzionale all’aggiunta di latte.
Consiglio 2: se son venute bene mangiatele e offritele, le polpette, si sa, migliorano i rapporti con i colleghi.
Consiglio 3: se son venute male… Mi pare ci sia un ottimo bar proprio vicino al vostro posto di lavoro!

Stagione nuova, rubrica nuova!
All’apertura del blog vi avevo promesso che avremmo parlato anche di cucina, ma finora non avevo trovato un nesso valido fra lavoro e cucina (a meno che non cominci ad inviare cv come chef, ma questo è escluso), fino a quando un’amica non mi ha reso partecipe di un suo grande interrogativo: come mai il riso al pomodoro cotto la sera prima e poi scaldato nel microonde durante la pausa pranzo si era rivelato perfetto per affiggere manifesti e affliggere il suo stomaco? Già, come mai? Chissà come mai…
Ora è evidente che la mia amica, nonostante le origini siciliane, sia carente dei fondamentali della cucina, tipo il tempo di cottura e mantenimento della stessa da parte del riso, ma non possiamo fargliene una colpa… Io ho iniziato a chiederle “ma non ti potevi cucinare questo, questo e quest’altro?”, con la naturalezza di chi, da buona forchetta, non resterebbe mai digiuna in pausa pranzo!
Ridendo del riso, però, è venuto fuori uno spunto interessante: una rubrica che suggerisca piatti adatti alla pausa pranzo fuori casa!
Piatti da preparare facilmente, magari cucinandoli la sera prima senza spiacevoli sorprese…

Avviso ai naviganti:
1. Non ho nessuna intenzione di trasformarmi in Benedetta Parodi, nè in Vissani, per cui le ricette suggerite saranno tutt’altro che originali, perfette e garantite. Diciamo che saranno piuttosto dei consigli…
2. Ho un pessimo rapporto con i dosaggi, preparatevi: vado ad occhio e ad assaggio!
3. Fritti e ripieni non mancheranno, sono siciliana io!
4. Non ho neanche intenzione di trasformarmi in Antonellona Clerici, per cui non potrò garantirvi più di un consiglio alla settimana, fatevelo bastare… O andate di fantasia!

Bene, che altro aggiungere? A domani per la prima ricetta!

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