Bene, avete un buonissimo gattò di patate, in potenza… Per avercelo in atto, mentre fate bollire le patate e le uova, sminuzzate gli affettati e un pezzo di formaggio tenero ma non molle (che so, una provola). Pelate le patate e passatele nello schiacciapatate (che è un’attività divertentissima!) e mischiate con metà dello sminuzzato, un po’ di latte per ammorbidire e alleggerire e, se lo ritenete necessario, un uovo sbattuto. Disponete uno strato l’impasto in una teglia dell’altezza di metà teglia, sopra fate uno strato di sminuzzato più le uova sode a pezzetti e sopra ancora un ultimo strato di impasto di patate.
Spolverate in superficie con pangrattato e mettete in forno già caldo… Onestamente non mi ricordo quanto caldo, fate circa 200°…
Non mi ricordo neanche quanto tempo deve cuocere… Fate 45 minuti e poi andate ad occhio, osservando la doratura della superficie.
Alla fine sarà comunque buonissimo da mangiare a qualsiasi temperatura, latitudine e altitudine!
Beccatevi ‘sta “botta de curtura”, amici: prima che mi colmiate di commenti su come si scrive gattò, sappiate che si scrive gattò, la forma italianizzata del gateaux (torta) francese…
Beccatevi un consiglio di vita, amici: diffidate da chi fa il gattò di patate con il purè in scatola, qualcosa non quadra!